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Arte é giustizia

di Marta Di Meglio

Nel corso del tempo sono stati numerosi i contributi di Frode in campo artistico, sovente incentrati o caratterizzati da accenti di carattere sociale e temi di interesse comune. Dal lettering al figurativo, dalla calligrafia al post graffitismo, fino ad arrivare alla produzione di opere “da galleria”. Frode può vantare collaborazioni con artisti e istituzioni nazionali ed internazionali. La bellezza delle sue opere risiede nella saggezza, la maestria nel saper unire “sfoghi” di colore con linee paesaggistiche e tratti futuristi. Protagonisti della scena sono spesso gli animali, ma anche personaggi storici, che si fanno simbolo di un messaggio molto spesso da decodificare, intuitivo ma non immediato, posto tra le righe dove sarà visibile a chiunque possegga gli strumenti per vederlo. Il suo è un universo dinamico con tinte accese, in cui i soggetti sono scomposti in giochi di luce e poi razionalmente ricostruiti. La costruzione dell’opera è di tipo razionalista per composizione e organizzazione dello spazio ma il sopravvento di una vena totalmente anarchica emerge nella matericità dell’opera. Colori netti spesso vengono affiancati da spatolate veloci. La sua ultima produzione sembra protendere ad una dimensione scultorea mostrata dalla stratificazione del processo creativo, dalla ricerca artistica viva e dalla conseguente lavorazione della materia, forzando la cornice bidimensionale fino ad assumere un carattere installativo. La scelta dei materiali utilizzati cresce ed evolve in maniera frenetica ma le opere non perdono mai l’equilibrio che le rende uniche. La bidimensionalità viene così tradotta in tridimensionalità. Per la città di Roma l’artista si è concentrato nel creare una serie di opere inedite che mostrano la versatilità del suo stile e la voglia di spingere oltre il proprio orizzonte. Emerge ancora una volta la volontà di creare per informare, sensibilizzare attribuendo al fruitore un ruolo imprescindibile già dall’ideazione e realizzazione, ancor prima di quella espositiva e performativa. Il progetto ha in sé la volontà di comunicare un chiaro messaggio al pubblico. Tutte le opere concorrono a creare un ponte tra chi fa arte e chi ne fruisce. Frode a Roma ha cercato e trovato un contenitore in cui non ci sono barriere di alcun tipo. Una galleria che vuole e chiede di dare voce agli artisti. La sua volontà di veicolare un messaggio è stata trasformata in capacità di informare artisti, curatori, storici dell’arte, collezionisti e curiosi. Tutte le opere e l’allestimento concorrono alla costruzione di un contesto in cui diritti e doveri vengono alla luce. Le opere presenti in mostra sono la rappresentazione artistica di quella che per Frode è la sua missione. L’idea è di proporre al visitatore un percorso che, a partire dal riferimento all’art. 639, lo accompagni sulle due tematiche parallele di Arte e Giustizia. La natura del progetto è incentrata sull’incontro di mondi diversi. La collaborazione con i due artisti Krayon e Geco rievoca la valenza aggregativa e comunitaria dell’espressione di strada, mediata da dinamiche interpersonali e di gruppo piuttosto che da categorie artistiche, leggi di mercato o, ancor meno, istituzionali.

Discorsi in aria, arte sui muri

di Roberto Colantonio*

Il dovere di verità per un avvocato è relativo. Il codice deontologico ne prevede un contenuto negativo: “l’avvocato non deve introdurre nel procedimento prove, elementi di prova o documenti che sappia essere falsi. L’avvocato non deve utilizzare nel procedimento prove, elementi di prova o documenti prodotti o provenienti dalla parte assistita che sappia o apprenda essere falsi.” Ma lo stesso articolo 50 prevede che: “l’avvocato non deve impegnare di fronte al giudice la propria parola sulla verità dei fatti esposti in giudizio.” Questo perché l’avvocato nella sua difesa tecnica presenta una verità di parte e la rappresenta cercando di porla sotto la miglior luce possibile. Non fa anche il lavoro della controparte, portando prove a suo favore. Ora, tenete presente che avete davanti un Artista che è anche Avvocato o un Avvocato Artista. Non potrete che aspettarvi una verità di parte. E qual è questa verità? Le opere in mostra e che vedete in questo catalogo non sono poi differenti da quelle che ha realizzato in strada. Le opere in strada possono sparire in qualsiasi momento, per colpa delle intemperie degli elementi o delle intemperanze dei passanti. Queste opere in mostra finiranno in collezioni private e, di fatto, ugualmente non le potrete più vedere, se non in foto, strumento fondamentale di documentazione per street art e writing. Tutta l’arte contemporanea è arte tendenzialmente inaccessibile, in gran parte è di proprietà privata e comunque cronologicamente protetta dal diritto d’autore ancora per molti decenni a venire. Si dirà che la Street art non è arte – e i writer, dal canto loro, non pensano affatto di definirsi artisti, mentre la platea degli street artist è più eterogenea – e potrebbe essere vero, ma la legge non definisce cosa è arte; la legge si preoccupa invece di tutelare un genere più ampio, quello delle opere dell’ingegno di carattere creativo e le opere di Street art lo sono senz’altro e questo ci deve bastare. L’opinione pubblica è mutata molto in questi ultimi anni e propende verso una sostanziale accettazione, ritenendo che in fondo è meglio una città con street art rispetto a una senza, pur con molti distinguo e improvvisati esperti di storia dell’arte laureati all’università di Google. Ma street art e writing restano illegali. Opere realizzate senza autorizzazione configurano reato di imbrattamento e nei casi più gravi danneggiamento, mentre il grande pubblico fa la fila per entrare (pagando) agli eventi e mostre sul tema. Gli artisti, spesso difesi in giudizio dallo stesso Frode, se la cavano a volte per la particolare tenuità del fatto, quasi la loro fosse un’arte spiccia, bagattellare. E quando Blu è stato assolto per il suo murales No Tav, è perché i giudici hanno riconosciuto alla sua opera un valore di… ornamento! In un maldestro tentativo di normalizzazione, il Consiglio di stato con una recente sentenza ha finito per riportare i murali tra gli illeciti edilizi, configurandoli come interventi di manutenzione straordinaria per cui occorre una CILA, comunicazione di inizio lavori asseverata (Sent. 1289/23). Pochi anni prima, in piena seconda ondata covid, lo stesso CDS ha sentito l’indifferibile urgenza di chiamare in causa la valutazione di compatibilità paesaggistica per decidere la rimozione o la conservazione di un murales (Sent. 7872/20). Nelle città l’inquinamento visivo avanza di gran passo con polveri sottili e quant’altro, intere facciate di palazzi sono trasformate in schermi pubblicitari, che trasmettono giorno e notte, con il prezzo dell’elettricità alle stelle per la guerra in Ucraina, mentre nelle case si risparmia sul riscaldamento. Eppure, a essere notata, a dare fastidio è solo la street art, chiamata a giustificare se stessa in snaturanti interventi di riqualificazione urbana, imbarazzanti progetti scolastici per allontanare almeno momentaneamente i giovanissimi dagli smartphone o costretta a migrare nel metaverso, come Nft. Epimenide, cretese, diceva che non c’è da fidarsi dei cretesi. C’è però un’onesta di fondo a darsi come nome d’arte Frode, preannunciando un comportamento lesivo dell’altrui fiducia, un po’ come quando Lupin III avvertiva in anticipo Zenigata dove avrebbe messo a segno il prossimo colpo. E quale sarebbe questo inganno disvelato? Che solo perché abbiamo quattro pareti intorno, crediamo di essere lontani dalla strada e dalle sue storie di disagio, riscatto e ricadute, un documentario sulla vita trasmesso in loop alla Truman show. Ma i quadri sono pur sempre appesi a qualcosa. CECI N’EST PAS UNE PIPE, se vi fa piacere pensare che una cosa possa avere un valore da un lato di un muro e un disvalore dall’altro, in una morale da biscotto Ringo.

 

 

*** *Avvocato cassazionista, esperto in diritto d’autore. Ha pubblicato “La Street art è illegale?”, iemme edizioni e “Fatalità e vendetta nella Street art”, Key editore e articoli relativi agli NFT su NT Plus Diritto de Il Sole 24 ore.